“Un incontro inaspettato” quarta ed ultima parte
Quarto appuntamento con “Un incontro inaspettato” come finirà la storia ispirata a Shakespeare?
Asia lasciò che Puck entrasse nella tasca del suo vestito così da poter agevolmente scendere dalla casa sull’albero, poi una volta a terra il folletto si fece legare alla vita della bambina, si piegò in avanti lasciando le braccia ciondolare come se fosse un pupazzo di pezza. Nessuno avrebbe fatto caso ad un folletto penzoloni. Percorsero la strada che li separava da scuola. Molti compagni stavano giocando nel cortile, qualcuno la salutò, ma Asia puntò diritta verso la biblioteca. Una volta imboccato il corridoio sentì dei passi alle sue spalle.
Cosa accadde?
Camminò ancora senza voltarsi avvertendo la presenza di qualcuno dietro di sé. Raccolse tutto il suo coraggio e si voltò. Calzamaglia nera, camicia bianca con maniche a sbuffo, un teschio nella mano, due occhi innamorati che la guardavano. Puck alzò la testa lentamente quel poco che gli serviva per vedere il nuovo arrivato.
“Romeo!” Esclamò con sorpresa la bimba.
“Ma che Romeo è Amleto” disse Puck
“Ssssss zitto!”
“Non ho detto niente” si giustificò lui “ti stavo cercando, ho visto che correvi verso la pineta ed ho immaginato che fosse successo qualcosa”.
“E bravo il nostro principe di Danimarca”. Asia pizzicò Puck.
“Sono andato in biblioteca ed ho visto quei due che ridevano” per un attimo abbassò lo sguardo “dicevano brutte cose su di te e volevano convincermi a starti alla larga, altrimenti non potevo più essere amico loro”.
“Peggio di quei farabutti di Rosencrantz e Guildestern!”
“Ma io ho detto loro che non mi importava nulla della loro amicizia e che per me tu venivi prima di qualsiasi altra ragazza”.
Asia sentì il volto arrossire. Romeo raccolse tutto il coraggio che poté. Fin da quando sei arrivata in questa scuola non ho fatto che pensare al modo giusto per dirtelo, ma ogni volta che volevo incontrarti c’era sempre qualcun’altro con te. Così ieri ti ho seguita mentre correvi verso la biblioteca, sapevo che saresti andata lì, ma quei due mi hanno superato e travolto. Allora mi sono nascosto dietro uno scaffale in biblioteca ma non ho avuto il coraggio di intervenire. Scusami ero troppo spaventato. Sono un vigliacco.”
Asia fece qualche passo verso di lui che adesso fissava la punta delle sue scarpe.
“Tu gli hai tenuto testa, sei una ragazza molto forte e poi te ne sei andata. Io sono rimasto lì nascosto cercando di prendere una decisione ma il tempo è corso via veloce e mi sono accorto tardi che ero rimasto solo nella scuola.”
Asia si portò una mano alla bocca.
“Papà non sarebbe tornato prima di domani, avevo con me le chiavi di casa, si fida di me, e mi reputa un bambino grande. Mamma come sai ci raggiungerà presto, ma non prima della fine dell’estate ed io me la devo cavare. Così mi sono addormentato e ad un certo punto è successa una cosa incredibile che volevo assolutamente condividere con te”.
La bimba si fece attenta.
“Ad un tratto, non so bene che ora fosse, ho sentito un rumore provenire dal libro che era sul tavolo. Sono rimasto nascosto ma ero certo che le pagine del volume si stessero muovendo da sole, se non mi credi ti capisco Asia ma sento che questa è una cosa che posso dire solo a te.”
La bimba gli fece cenno di proseguire.
“Per fartela breve, un buffo essere con un cappellino a punta è saltato dal libro, ha leccato lo zucchero a velo per terra, recuperato delle perline ed è rimasto nascosto per un po’. Poi è uscito a gran velocità dalla stanza”.
Per niente sorpresa Asia continuò a guardare Romeo.
“E poi cosa è successo?” Chiese come se nulla fosse. Il bambino incredulo continuò nel racconto “ho cercato di seguire la buffa creatura, ma quando mi sono affacciato era sparita, allora sono andato a vedere da quale libro era uscita”.
“E bravo Amleto…” Puck si prese un secondo pizzicotto.
“Hai detto qualcosa Asia?”
“No, no continua pure”
“Ed ho visto che era un’opera di William Shakespeare, autore amatissimo dai miei genitori, così ho pensato che visto che era carnevale avrei potuto indossare un abito in onore del bardo”
“Di chi?” Si affrettò a chiedere
“Menomale!” Esclamò Puck “almeno uno…”
“Del bardo, cioè di Shakespeare, tu lo hai letto?”
“In un certo senso”
“E allora sono andato nel magazzino dove tengono i costumi per le recite ed ho chiesto alla maestra se potevo prenderne in prestito uno ed eccomi qua…
“Stai benissimo”
“Anche tu sei molto bella”
Puck capì che per lui era arrivato il momento di tornare da dove era arrivato. Si mosse lentamente e si lasciò scivolare lungo l’abito di Asia. Raggiunse la biblioteca con circospezione, arrivò al tavolo, si arrampicò. si rinfilò tra le pagine non prima di averne fatta una delle sue.
“Ma tu credi alla storia del folletto?
“Certo che ci credo e per più di un motivo, guarda…”
Asia si accorse solo allora che Puck non c’era più, con aria preoccupata si guardò attorno.
“Che succede Asia? Qualcosa non va?”
“Puck, non trovo Puck”.
“Come non trovi Puck, vuoi dire che quel folletto che ho visto era Puck?! L’hai visto, l’hai incontrato? Com’era?”
“Presto prima che torni nel libro… dobbiamo raggiungerlo”.
Asia prese la mano di Romeo e insieme raggiunsero la biblioteca. Il libro era chiuso sul tavolo. Ma per terra tra la dolcezza dello zucchero a velo lessero “Non sempre Amleto ama Ofelia e Romeo Giulietta… a volte Romeo ama Asia, parola di Puck”.
Si guardarono, si abbracciarono. Asia era triste per la partenza di Puck, Romeo si offrì di leggere insieme Sogno di Una notte di mezza estate per ritrovare il folletto, lei accettò a patto che poi leggessero anche Romeo e Giulietta.
Asia sorrise pensando che quel William doveva essere proprio un bel tipo se a distanza di secoli riusciva ancora ad emozionare un pubblico che mai avrebbe neppure immaginato. La fata del mare e Amleto si sedettero vicini… “Bella Ippolita, l’ora delle nostre nozze s’avvicina veloce…” iniziarono arrossendo.
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