Giorgio Gaber, l’ultimo sileno (Sassoscritto Editore) 2008
Su Giorgio Gaber è stato scritto tutto. È stata analizzata la sua musica, c’è chi si è soffermato sui contenuti cercando di trovare agganci con modelli preesistenti. Molti critici lo hanno recensito nel bene e nel male.
Un colpo di fulmine
Ma come sempre accade nella vasta opera di un artista grande e pieno di sfaccettature come Giorgio Gaber, c’è sempre un luogo inesplorato e più intimo che sta dietro la lettura comune. Elena Torre aveva appena diciotto anni quando incontro Giorgio Gaber: per lei era la voce che stava dietro a canzoni che i suoi genitori canticchiavano da sempre poi conoscendolo, si è innamorata del suo mondo, del suo essere uomo che si poneva interrogativi.
Un uomo, che aveva l’esigenza di capire non un messaggero profetico, come fu definito da molti critici, ma una persona che viveva con gli occhi aperti il tempo in cui respirava: L’ultimo sileno è un percorso non tradizionale all’interno di un’opera sempre attuale che, attraverso un’analisi accurata, ci conduce nell’anima del Sig G.